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Sardegna, viaggio alla scoperta dell’artigianato tipico

    Si scrive Sardegna e si legge acque color smeraldo, limpide e cristalline, calette romantiche, serate glamour, spiagge meravigliose, natura rigogliosa, paesaggi mozzafiato.

    Insomma, sembra quasi che il destino della Sardegna sia legato a doppio filo con quello del mare d’estate, delle calde serate e dei lustrini che accompagnano i Vip dai loro yacht fino ai locali di lusso.

    Se proviamo per un attimo a distogliere lo sguardo da tutto questo e a guardare alla Sardegna più autentica e, se vogliamo, incontaminata, possiamo scoprire, allo stesso tempo, tanti piccoli tesori custoditi come fossero gioielli nei posti più inediti di quest’isola.

    Che siano borghi, sentieri lungo le colline e le campagne, dove le distese d’erba vengono interrotte solo dalle chiazze bianche delle greggi di pecore al pascolo, la Sardegna ha molto da offrire.

    Tra tutte queste chicche, uno dei fiori all’occhiello dell’anima più autoctona dell’isola è senz’altro l’artigianato.

    Dai tappeti di Nule, fino ai cestini intrecciati a mano di Castelsardo, sembra che la tradizione del “fatto a mano”, qui, non abbia conosciuto fine.

    Saliamo, dunque, a bordo di uno dei tanti traghetti per la Sardegna e avviamoci alla scoperta dell’artigianato tipico dell’isola.

    Indice

    Tappeti di Aggius

    Impostare un itinerario turistico seguendo l’artigianato tipico locale di un territorio è senza dubbio il modo migliore per scoprire la sua vera essenza e toccare con mano la cultura locale.

    Come spesso succede infatti, la bellezza dei luoghi va di pari passo con la sapienza e la maestria della gente che ci vive.

    Aggius, in questo senso, rappresenta un esempio più che esplicativo di un matrimonio ben riuscito tra la volontà di tramandare le tradizioni e la capacità di conservare il fascino della cornice in cui si sono sviluppate.

    Aggius, infatti, è un borgo insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia.

    Qui la tessitura dei tappeti è un’arte mai dimenticata e proseguita grazie alle tessitrici che realizzano trame composte da linee orizzontali perfette e coloratissime, utilizzando la materia prima locale: lana, cotone e lino.

    Maschere di legno di Mamoiada

    A vederle sembrano volti di chissà quali idoli indù o maschere indossate da tribù indigene del sud America, si tratta invece delle più note maschere in legno Mamuthones e Issohadores del carnevale tipico di questa località e del centro della Sardegna.

    Si riconoscono perché sono realizzate con la tecnica dell’intaglio, dipinte di nero, con le sopracciglia aggrottate e una smorfia di sofferenza sulla bocca.

    Nonostante l’aspetto severo e massiccio, sono in realtà molto leggere da indossare e raffigurano molti personaggi quasi “mitologici”.

    Vestiti in sughero di Tempio Pausania

    Forse non tutti sanno che la Gallura è una delle zone a maggiore produzione ed esportazione di sughero a livello mondiale.

    Il sughero, di fatto, è un tessuto vegetale che ricopre il fusto e le radici delle piante presenti in questa zona.

    Così, i sardi hanno ben pensato di non farci solo i tappi, l’oggetto che tutti conosciamo come identificativo per eccellenza di questo materiale, ma hanno iniziato a realizzare anche capi di abbigliamento, borse, accessori e pochette.

    Tra l’altro, possiede innumerevoli qualità, tra cui l’impermeabilità all’acqua e a qualunque altro tipo di macchia, la morbidezza, malleabilità, resistenza all’usura e il pieno rispetto dell’ambiente.

     

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